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Celebrando la dipartita di Srila Prabhupada: la lezione finale

Il seguente è un estratto dalla biografia di Srila Prabhupada "Un santo cammina tra noi"...

 

La salute di Srila Prabhupada stava peggiorando, come accadeva spesso quando viaggiava in modo così esteso. Prima che Prabhupada lasciasse New York, i devoti lo supplicarono di restare ancora per un po' di tempo. Prabhupada rispose: "Voglio la benedizione di poter continuare a lottare per Krishna fino al mio ultimo respiro, proprio come Arjuna." Ripetutamente Prabhupada spiegò che i leader dell'ISKCON avrebbero dovuto prepararsi ad amministrare senza il suo apporto diretto.

"Ora potete incaricarvi di tutto il denaro, liberandomi completamente dell'amministrazione. La mia unica richiesta è: non sprecate il denaro. Talvolta vi ho rimproverato affinché esso non venga sprecato."

Occasionalmente egli parlò di trasferirsi in un luogo più favorevole per la sua salute. In maggio, quando a Bombay il caldo era opprimente, egli aveva accettato il suggerimento di recarsi a Hrisikesh. Tuttavia, giunti là, dopo qualche giorno la salute di Prabhupada peggiorò ed egli, ritenendo che la sua fine non fosse lontana, chiese di essere ricondotto a Vrindavana. Egli disse: "Se la morte deve venire, allora è meglio che sia a Vrindavana." Prabhupada chiese che i devoti lo raggiungessero a Vrindavana; voleva poter fare un testamento e prendere tutti i provvedimenti necessari affinché il movimento procedesse senza intoppi, dopo il suo trapasso. Il segretario di Prabhupada rispose: "Poiché ti vogliono bene, sono sicuro che vorranno tutti venire per stare con te."

"Il solo amore per me", rispose di rimando Prabhupada, "sarà dimostrato nella misura in cui coopereranno per mantenere questa istituzione, dopo che me ne sarò andato."

Nel corso della primavera e dell'estate del 1977 la salute di Prabhupada talvolta peggiorò e talvolta migliorò leggermente. Egli continuò a tradurre lo Srimad Bhagavatam, non appena era in grado di farlo, ormai era giunto al decimo Canto.
Una competizione d'amore allora si sviluppò; Srila Prabhupada esprimeva il suo desiderio di lasciare il mondo mentre viveva nella sacra Vrindavana, ma i suoi discepoli lo supplicavano di continuare a vivere. Quando il segretario di Srila Prabhupada suggerì che Prabhupada avrebbe potuto visitare nuovamente l'Occidente, e riprendere il suo vigore a contatto con la predica, Prabhupada accettò.

Si recò a Londra dove i devoti restarono colpiti nel vedere quanto egli era dimagrito, "proprio come un potente saggio che ha affrontato lunghe austerità per il beneficio del genere umano". Dopo due settimane trascorse a Londra, la salute di Prabhupada peggiorò, ed egli chiese di essere ricondotto in India. Prabhupada convocò nuovamente la commissione del Corpo governativo affinché i Suoi devoti si riunissero con lui a Vrindavana. Voleva essere circondato da tutti i suoi discepoli nella sua stanza e voleva che cantassero il mantra Hare Krishna. Ora, più che mai, voleva la medicina del santo nome, non voleva i medici e rifiutava le loro prescrizioni. "È meglio che non preghiate Krishna che mi salvi", disse, "lasciatemi morire."

Come parte delle sue istruzioni e dell'esempio, Prabhupada sapeva che avrebbe dovuto mostrare alla gente come morire. Egli era sfuggito alla morte molte volte per grazia di Krishna, ma in seguito ai segni ricevuti da Sri Krishna nel 1977, egli cominciò decisamente e in modo conclusivo a chiudere la sua missione nel mondo materiale.

Il conflitto d'amore coi suoi discepoli continuò. Prabhupada amava i suoi discepoli, e sapeva anche che essi non erano ancora completamente maturi, ma a quale punto essi l'avrebbero mai lasciato andare?
il 14 novembre del 1977, alle 19,30, nella sua stanza nel tempio di Krishna-Balarama a Vrindavana, Srila Prabhupada diede la sua istruzione definitiva lasciando questo mondo mortale e tornando al regno di Dio.

La sua dipartita fu esemplare perché l'intera sua vita era stata esemplare, il completamento di una vita intera di servizio devozionale offerto a Krishna. Il suo trapasso fu sereno. Durante la serata di quel giorno il medico gli chiese: "C'è qualcosa che desideri?" Prabhupada rispose fiocamente: "Non ho desideri."

La situazione al momento del trapasso era stata perfetta: A Vrindavana, coi devoti. La sua dipartita era stata perfetta anche perché Prabhupada stava cantando e ascoltando i santi nomi di Dio. Negli ultimi mesi della sua vita Srila Prabhupada aveva insegnato che era possibile incontrare la morte di passo in passo in coscienza di Krishna.

Negli ultimi giorni egli disse a uno dei suoi discepoli: "Non pensare che ciò non accadrà anche a te." Prabhupada era venuto in questo mondo su richiesta di Krishna per insegnarci come vivere una pura vita di coscienza di Krishna, il che include alla fine come partire da questo mondo per ottenere la vita eterna.

Quando dovremo morire potremo aggrapparci al ricordo di quella grande anima che ha lasciato il corpo sempre pensando a Krishna, sostenuto dalla medicina del canto Hare Krishna, col desiderio continuo di sentir parlare di Krishna e praticando il distacco dalle condizioni miserevoli della materia. Mentre non vi erano ragioni di lamento per la dipartita di Srila Prabhupada dal mondo e per il suo ritorno a Dio, essa era certamente motivo di lamento per i suoi seguaci e per le persone del mondo intero che restavano prive della presenza del più grande amico e benefattore.

Mentre la notizia si diffondeva per il mondo a tutti i centri Hare Krishna, i discepoli di Srila Prabhupada erano assaliti dalla paura e da un dolore senza limiti. Essi tuttavia si rivolsero ai libri di Srila Prabhupada per trovare conforto: "I discepoli e il maestro spirituale non sono mai separati perché il maestro mantiene vivo il suo legame col discepolo, finché il discepolo segue le sue istruzioni."

Il servizio in separazione era indubbiamente una realtà per i discepoli di Srila Prabhupada; altrimenti, ora che essi erano privi della sua presenza personale, come avrebbero potuto mantenersi nella vita spirituale?

Il fatto che essi potessero continuare come prima, accrescere i loro sentimenti di devozione, e accrescere anche la loro capacità di servizio, significava che Srila Prabhupada era ancora in grande misura insieme a loro. Mentre l'ultima istruzione di Srila Prabhupada riguardava il modo in cui l'essere umano dovrebbe morire, ora egli stava insegnando, al di là della morte, come rendere effettivo l'insegnamento filosofico più alto del vaishnavismo Gaudiya.
Questa realizzazione dette ai devoti la grande speranza che Srila Prabhupada, e la vita rivoluzionaria della coscienza di Krishna che egli aveva portato con sé, non era finita con la sua scomparsa. Spesso, quando una grande personalità muore, il suo contributo crolla; la presenza di Srila Prabhupada invece è rimasta e si è espansa sostenendo la vita dei devoti. Egli è ancora in carica.


Conclusione

Nel descrivere come i seguaci di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada continuarono a gustare il nettare del loro servizio in separazione, non stiamo parlando del piccolo gruppo di alcune migliaia di devoti che egli iniziò nel corso della sua vita. Chiunque voglia trovare rifugio sfuggendo ai diabolici effetti della presente età atea, può trovarlo accettando il servizio devozionale sotto la guida degli insegnamenti di Sri Chaitanya, cosi come Srila Prabhupada ce li ha trasmessi. La predica dinamica e le realizzazioni di Srila Prabhupada rivelano gli insegnamenti sublimi di Sri Chaitanya che senza Prabhupada sarebbero stati trascurati, male interpretati, e sarebbero rimasti all'interno dei confini dell'India.

Srila Prabhupada in realtà fu in grado di capire la predizione di Sri Chaitanya che la coscienza di Krishna si sarebbe diffusa in ogni città e villaggio del mondo. I doni essenziali della coscienza di Krishna che Sri Chaitanya ha offerto a tutti, pace della mente, soddisfazione, libertà dall'ansia, possono essere ottenuti da chiunque voglia accettare con tutto il cuore il servizio devozionale che si offre alla Suprema Personalità di Dio.

Questo puro e felice stato può essere realizzato adottando questa eredità, dinamica e sempre disponibile, che Prabhupada ci ha lasciato: i suoi libri, i suoi devoti, la sua Associazione per la Coscienza di Krishna e il suo metodo esperto per applicare la coscienza di Krishna a ogni situazione nel contesto attuale. Chiunque accetti con intelligenza la pratica della coscienza di Krishna erediterà anche la realizzazione più bella: la sua relazione con Srila Prabhupada, il puro devoto di Krishna.

 

 

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